lunedì 7 aprile 2014

If only I could get some sleep.

..è l'ultimo mese, devi riposare finché puoi.

Ho sentito questa frase più o meno sedici volte solo nell'ultima settimana. Una di queste volte era persino scritta su un biglietto d'auguri che accompagnava un regalo (bellissimo e molto utile tra l'altro).
Certo, io ne ho anche tutta l'intenzione, di dormire intendo. Le mie vecchie e care dodici ore di sonno a collasso continuato sono un vago ricordo da due mesi a questa parte però: si dia il caso che io abbia l'ennesima potenza della rinite gravidica - aka una produzione multinazionale di muco, che decide di diventare cronica più o meno a metà nottata, con una regolarità disarmante: verso le tre e mezza mi sveglio completamente in apnea, ovviamente avendo respirato a bocca aperta per nonsoquantotempo, quindi con una simpatica incrostazione bianchiccia e viscida di saliva rappresa intorno alla bocca e - inutile sottolinearlo,  ma ci tengo - un sapore schifoso dovuto a tale saliva rappresa (e non escludo di aver ingoiato anche qualche aracnide, visto che ogni giorno ne trovo sei o sette in giro per casa anche subito dopo aver pulito, e diventano sempre più simili al ragnone Aragog di Harry Potter e la Camera dei Segreti).
A quel punto mi sveglio (disperata), mi alzo per soffiarmi il naso (senza successo), e appena il peso del pancione subisce la forza di gravità verso il basso mi rendo conto di dover fare otto o nove litri di pipì.
Clausola non poco importante: il mio pancione è enorme. E quando dico enorme non intendo enorme come quello di qualsiasi altra donna al nono mese di gravidanza, intendo che le uniche altre ragazze che ho visto con un pancione del genere hanno anche trenta chili in più sparsi per il corpo: io no. Vista da dietro sono uguale a prima, ma con un'anguria messa dal lato più lungo appesa all'ombelico. Ovviamente ciò potrebbe essere un bene per il recupero post partum, ma almeno un chilettino sulla coscia giusto per reggere il peso senza cigolare l'avrei gradito, ecco.
Torniamo alla nottata. Mi sveglio, vado in bagno, espleto le mie funzioni, ma a quel punto si è svegliata la gatta - che per motivi a me sconosciuti si sveglia alle tre in punto - ora delle streghe - ogni notte con un'immane voglia di giocare / mangiare / essere coccolata. E se non la si accontenta, si posiziona davanti alla porta della stanza miagolando ripetutamente: per me non sarebbe un gran problema, la lascerei miagolare finché non si è stufata - di solito dopo tre quarti d'ora almeno. Ma ricordiamo che non dormo certo da sola: di fianco a me c'è il mio adorabile compagno, il quale durante il sonno subisce una mutazione che lo tramuta nell'orso grizzly di Over the Hedge. Non so se abbiate presente: quell'orso non si sveglia quando il procione entra nella caverna e fa un bordello pazzesco (il procione è interpretato in questo caso da me medesima), ma appena stappa le Pringles quello salta in piedi in tutta la sua aggressività. Ecco, Diego ha lo stesso comportamento: potrei entrare in camera, inciampare sul filo del computer e far crollare l'armadio, e continuerebbe a ronfare; poi, la gatta emette un minuscolo "miau" da dietro la porta chiusa e ciò basta per farlo risvegliare con un sonoro GROARRRR. Ovviamente durante il giorno lui lavora, e questo risveglio infranotturno di solito può bastare per mandare in vacca il suo umore durante l'intera giornata - motivo per il quale, mio malgrado, ogni notte alle tre finisco per alzarmi e andare a soddisfare i bisogni felini per evitare questa conseguenza.
Alle tre e quarantacinque, quindi, sono sveglia sveglissima.
Tento di rimettermi a dormire, ma respiro male, e ogni posizione diventa scomodissima dopo quattro minuti per via del peso della pancia. Sofferente, mi giro e mi rigiro, raramente riesco a dormire ancora qualche mezz'oretta tra un movimento e l'altro. Alle sette e mezza la gatta suona di nuovo, e io so che c'è abbastanza luce per giustificare il mio risveglio come utile alla società.
Dormire è un concetto molto approssimativo.
In questi momenti, però, vedo una motivazione in tutte le ore di sonno apparentemente inutili della mia adolescenza: come ho già scritto, io ero quella che si addormentava alle dieci sul divano durante un festino, o in discoteca sulle poltroncine prima della mezzanotte del suo diciottesimo compleanno, o di fianco alle casse ai rave. Credo inoltre di non essermi mai svegliata prima di mezzogiorno la domenica, e sovente ho rinunciato a serate danzerecce in favore di un divano e di un film di cui non avrei mai visto la fine - per essermi addormentata alla fine del primo tempo, appunto. Ho incamerato un numero di ore di sonno sufficiente a passare il resto della mia vita come Lord Macbeth: spero solo che tutto questo non sia un presagio delle future abitudini notturne di mia figlia.
Un mese e due giorni. Aiuto.

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